Come sappiamo, nella metodologia Scrum, il Product Backlog è l’insieme delle funzionalità che il nostro prodotto deve possedere. Sappiamo anche che quelle a priorità più alta dovrebbero avere un dettaglio maggiore. Ma con quale processo riusciamo a mantenere il Backlog allineato, dettagliato e “pulito”? Ecco che ci viene incontro il Grooming.
Introdotte già nel 2005, anche se formalizzate solo nel 2011 all’interno della Scrum Guide, le procedure di raffinamento e pulizia del Product Backlog (da cui il termine Grooming) sono state aggiunte tra le pratiche Scrum proprio per far fronte alla classica domanda: “ma se il Product Backlog non rappresenta il Requisito Funzionale, dove trovo i dettagli per sviluppare le funzionalità?”.
Secondo la versione della Scrum Guide del 2011, in preparazione allo Sprint Planning Meeting, Team di Sviluppo e Product Owner si incontrano per il “Grooming Meeting”, dove approfondiscono le storie a priorità maggiore, chiariscono tutti gli eventuali dubbi, capiscono se sono della dimensione corretta (vedi il post 9 metodi per scomporre una Storia), intervengono sul Product Backlog per aggiungere nuove storie e eliminare quelle completate o ormai fuori scopo.
Nell’ultima versione della Scrum Guide datata Luglio 2013 (la trovate qui) i termini “Product Backlog Grooming” o “Grooming Meeting” sono stati sostituiti da una procedura molto più integrata all’interno delle attività quotidiane del Team. Infatti, il raffinamento del Product Backlog (aggiungendo dettagli, stime e allineamenti) è un’attività continua, svolta a discrezione del Team di sviluppo e del Product Owner e che non deve superare il 10% del tempo del Team di sviluppo. Non vi è più quindi riferimento ad un evento specifico time-boxed con cadenza ricorrente.
“Il Grooming è morto, viva il Refinement!”, anche Scrum cambia e si evolve nel corso del tempo in base all’esperienza acquista degli anni.